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Stampa e cultura in Europa

Stampa e cultura in Europa

Tutti, o quasi, amano leggere, ma quanti di noi si sono mai chiesti come è nato il libro, come si è evoluta la lettura e qual è stato il loro ruolo nella nascita della cultura europea? Oggi ci basta recarci in una qualsiasi libreria e acquistare, anche a poco prezzo, un libro come prodotto finito, ma cosa c’è alle spalle di tutto questo?
Ce lo spiega Lodovica Braida, insegnante di Storia della stampa e dell’editoria all’Università di Milano.
All’interno dell’opera vengono trattati tutti gli aspetti della produzione libraria e dello sviluppo della cultura tra il XV e il XVI secolo in maniera chiara e ordinata. L’autrice comincia parlando della storia del manoscritto, quindi del lavoro dei copisti, ai quali dobbiamo la conservazione e la diffusione dei grandi scritti precedenti alla stampa, e che in maggioranza lavoravano negli scriptoria dei monasteri. È interessante, ad esempio, sapere anche come si organizzarono le università per far fronte all’esigenza di avere un grande numero di copie di testi di studio in assenza di metodi veloci come la stampa: l’invenzione del sistema della pecia, la copia simultanea di fascicoli sciolti nei quali ogni testo veniva diviso.
Ma nel 1455 si ha la vera svolta: Gutenberg ha l’idea geniale di modificare i torchi da uva, rendendoli più precisi – in modo tale che la pressione sul foglio fosse uniforme per evitare sbavature – e facendo al mondo il regalo più grande che qualcuno potesse fare: la stampa a caratteri mobili, che datiamo 1455 in relazione alla pubblicazione del primo testo stampato, laBibbia delle 42 linee, che aveva appunto 42 righe per pagina col testo disposto su due colonne. Adesso, oltre al fatto che si creano nuove professioni (tra gli operai delle officine, gli editori, i tipografi, i creatori e tanti altri nacquero molte figure professionali e grandi personalità come Heynlin, Numeister o Aldo Manuzio), l’Europa prima e il mondo dopo entrano nell’ottica di una cultura più ampia, più condivisibile e più veloce da diffondere. Proprio per questo, però, questa stessa cultura verrà spesso ostacolata dai reazionari, principalmente della Chiesa. Nasceranno così l’Inquisizione, le censure e gli indici dei libri proibiti, l’ultimo dei quali verrà abolito definitivamente intorno agli anni sessanta del novecento, cosa che stupisce non poco.
Il libro si conclude con la nascita della Riforma luterana e il ruolo che ebbe la stampa all’interno di essa, in un momento in cui la scoperta di Gutenberg si era già diffusa e affermata in molte città europee e soprattutto tedesche. Senza questo “nuovo” metodo, come sarebbe riuscito Lutero a raggiungere le masse e a comunicare i principi della sua dottrina?
E come leggeremmo noi oggi? Quale sarebbe il nostro livello di cultura? Più in generale, come sarebbe il mondo dei giorni nostri senza il dono che Gutenberg ha fatto all’umanità?